Muoversi 4 2022
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PRONTI A CAMBIARE, MA SENZA IMPOSIZIONI

PRONTI A CAMBIARE,

MA SENZA IMPOSIZIONI

di Giovanni Diamanti

Giovanni Diamanti

Quorum/Youtrend

Secondo l’83,5% degli italiani il cambiamento climatico è un problema importante (56%) se non il più urgente nell’immediato (27,5%). È ciò che emerge dalla ricerca effettuata a fine settembre, dopo le elezioni, su commissione di unem. Un tema, dunque, molto sentito dai cittadini, la cui soluzione passa per una profonda modifica di alcuni atteggiamenti e comportamenti.

Il campione intervistato si dice anzitutto disponibile a dimezzare l’utilizzo dell’automobile e a ridurre di molto la temperatura del riscaldamento a casa propria (70% probabilmente/sicuramente sì). Inoltre, emerge una disponibilità degli italiani a rinunciare ai viaggi in aereo, sia nell’immediato (58%) che in modo permanente (59%). Troviamo, invece, una minore disponibilità quando dalla rinuncia volontaria si passa agli obblighi. Pertanto, solo il 39% degli italiani risponderebbe favorevolmente all’obbligo di cambiare nell’immediato la propria autovettura con una più ecologica.

D’altro canto, comunque, quasi 6 italiani su 10 hanno votato nelle urne tenendo conto dell’emergenza energetica in corso. Tra gli elettori più sensibili alla questione, troviamo quelli di Alleanza Verdi Sinistra (per l’86% di essi l’emergenza energetica ha pesato molto/ abbastanza nella scelta di voto), +Europa (76%), M5S (69%), PD (59%) e FI (57%).

È una situazione, quindi, che da un lato vede gli italiani sensibili sull’argomento, dall’altro vede gli stessi non convinti di eventuali obblighi e imposizioni dall’alto. La stessa lettura proviene da una domanda su quale potesse essere il modo più efficace per convincere gli italiani ad adottare comportamenti più sostenibili: anche in questo caso si può notare come da un lato quasi 1 cittadino su 2 (46,4%) sia più disposto a comportarsi nel modo atteso in presenza di incentivi economici, mentre dall’altro solo 1 italiano su 4 (25,6%) ritiene corretto istituire degli obblighi di legge per far sì che i cittadini assumano atteggiamenti virtuosi. Relativamente alle imposizioni di legge, inoltre, emerge come gli italiani siano divisi tra chi ha molta/abbastanza fiducia negli obblighi (51,7%) e chi ne ha poca/alcuna (44,9%).

Restando nel tema delle leggi, ma a livello europeo, si è poi indagato il livello di conoscenza degli italiani sui prossimi divieti di vendita delle auto a benzina/diesel a partire dal 2035. Dalla ricerca emerge che quasi 8 italiani su 10 (78%) erano a conoscenza di questo divieto. Un ulteriore approfondimento, poi, proviene dalle risposte sulla conoscenza o meno del fatto che l’Unione Europea aveva introdotto questi divieti esclusivamente sulla base delle emissioni allo scarico e non di altri fattori quali, ad esempio, il modo in cui si produce energia e le batterie: in questo caso, solo il 48,7% degli italiani era a conoscenza di questa informazione. Per completare il quadro, si è chiesto inoltre se i cittadini fossero informati dell’esistenza di carburanti liquidi a basso contenuto di carbonio in grado di sostituire benzina/diesel generando emissioni di anidride carbonica quasi nulle, permettendo di mantenere gli attuali motori a combustione interna e raggiungere comunque gli obiettivi ambientali. Ebbene, quasi 6 italiani su 10 (58,9%) hanno dichiarato di non essere a conoscenza di tali informazioni.

Ed è proprio l’informazione il successivo tema oggetto dell’indagine, elemento centrale per scelte consapevoli. È stato perciò chiesto al campione intervistato di esprimersi sulla qualità dell’informazione e quasi il 61% la ritiene abbastanza/completamente inadeguata e ideologica sugli argomenti dell’ambiente, dell’energia e della mobilità. Soltanto il 34,7% degli italiani ritiene che, per permettere scelte di consumo consapevoli e non solo legate agli obblighi imposti dalle istituzioni, il ruolo dei media sia obiettivo e abbastanza/pienamente adeguato.

Diverso è il tema su chi dovrebbe decidere le regole da adottare in materia ambientale. Per più della metà degli intervistati, infatti, sono l’ONU (29,7%) e la UE (25,3%) che dovrebbero tracciare la linea, a livello globale o quantomeno europeo, entro cui la popolazione dovrebbe muoversi. Qui emerge, da parte degli italiani coinvolti nella ricerca, una esigenza rispetto al ruolo-guida che le organizzazioni internazionali dovrebbero assumere, principalmente a livello di regole comuni. Specularmente, sembrerebbe che le Istituzioni locali e i singoli cittadini attraverso gli obblighi imposti non vengano viste come le figure migliori per decidere quali regole adottare.

In ultimo, ma non per importanza, il dato per il quale l’87,8% degli italiani sarebbe molto o abbastanza d’accordo nel continuare la ricerca sui carburanti liquidi a basso o nullo contenuto di CO2, evidentemente convinti che possano concorrere insieme all’elettrico alla decarbonizzazione del trasporto. Il tutto senza vietare la vendita delle auto a benzina o diesel come invece imposto dall’Unione europea.

Le evidenze della ricerca dimostrano quindi come gli italiani siano fondamentalmente disponibili a modificare i propri comportamenti sulla base dell’emergenza energetica e del cambiamento climatico. È importante, però, che non ci sia un eccesso di obblighi e di imposizioni sulla cittadinanza, in quanto le misure non sarebbero accolte positivamente dalla popolazione. Grande importanza potrebbero ricoprirla gli incentivi economici per far sì che le persone assumano gli atteggiamenti attesi. Infine, il ruolo della ricerca per sviluppare carburanti che possano, da un lato, abbattere le emissioni e mantenere intatti gli obiettivi ambientali, dall’altro, permettere alle famiglie e alle persone di non vedersi costretti a cambiare automobile.

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